Nordkapp 2012

La Rocca del Globo

Domenica 29 luglio 2012

Vigevano (I) - Göttingen (D)

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Dopo aver rotto le scatole a tutti per mesi e sognato di intraprendere questo viaggio per anni è arrivato il momento di partire.

Sono carico e determinato come mai mi è capitato di essere. Per la prima volta parto in solitaria, io e la mia moto. Il giro previsto è lungo, molto lungo, non lo so ancora con certezza ma saranno più di 10000 chilometri. Nei momenti di lucidità qualche perplessità mi viene: la paura di non farcela, di aver voglia di tornare a casa...

Nonostante tutto prevale il mio spirito da mototurista. Devo andare.

Per evitare il caldo che negli ultimi giorni ha fatto boccheggiare tutta la Pianura Padana programmo una partenza notturna che anticipo ulteriormente forse a causa dell'adrenalina endogena da inizio viaggio. Alle 3.30 sono in moto.

Mi fermo a fare colazione in tangenziale all'autogrill, i ragazzi appena usciti dalle discoteche girano attorno alla mia moto carica tutti incuriositi.

Attraverso il valico autostradale di Brogeda, anche le guardie di confine svizzere mi guardano con aria perplessa, immagino che di motociclisti a quell'ora non ne passino molti.
Il timore di sentire caldo non dura molto, sono partito da casa con 22°C ma ben presto la temperatura scende fino ai 12°C del San Bernardino per poi non risalire più di tanto a causa delle abbondanti piogge che trovo anche una volta superate le Alpi.

Nel primo pomeriggio, dopo 12 ore di guida e quasi 900 km percorsi, mi fermo in periferia di Göttingen e prendo una stanza in un hotel carino e confortevole, con annesso ristorante italiano gestito da un simpatico siciliano.

Il ghiaccio è rotto, l'avventura è cominciata.

Lunedì 30 luglio 2012

Göttingen (D) - Klippan (S)

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La sveglia suona di buon'ora, giusto il tempo per la colazione e poi via di nuovo sulla AutoBahn. Giunto nei pressi di Amburgo il traffico aumenta e le velocità di percorrenza si riducono ma fortunatamente passo il tunnel sotto il fiume Elba senza particolari problemi. Qualche rallentamento anche a Lubecca, e nel mezzogiorno arrivo al porto di Puttgarden al quale, dopo una breve attesa, mi imbarco sul traghetto che mi porterà a Rødbyhavn in Danimarca. Pranzo seduto comodo alla caffetteria di bordo.

Sulla autostrade danesi il traffico è decisamente ridimensionato, fatta eccezione per la periferia di Copenaghen dove, tra l'altro, vengo sorpreso da due temporali violentissimi che affronto con la massima tranquillità riducendo la velocità e contando sul mio abbigliamento tecnico.

A partire dal 1° giugno del 2000 il passaggio in Svezia è assicurato dall'Øresundsbron, costato 3 miliardi di dollari è il ponte strallato più lungo d'Europa, quasi 16 chilometri. Percorrerlo è impressionante.

Superata Malmö mi dirigo verso nord in cerca di un posto per la notte. La zona non è molto ricettiva, fortunatamente però è ancora presto e trovo libero uno dei due bungalow nel piccolissimo camping di Klippan, un paesino nelle campagne a nord-est di Helsingborg.

Martedì 31 luglio 2012

Klippan - Ljusne (S)

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Sarà forse perchè la distanza da casa comincia ad essere considerevole, ma è incredibile come le sensazioni si amplifichino: lasciando il camping quella mattina, improvvisamente mi si spegne la moto. Nulla di particolare, premo sul bottone di avviamento e riparte. Però scattano pensieri che forse vicino casa non avresti e così i primi 100 chilometri di questa giornata li ho fatti con un po' di preoccupazione che, sentendo il boxer girare come un violino, svanisce completamente quando sorpassando (e salutando) tre camper italiani le nuvole si diradano sino a mostrare il sole e l'azzurro del cielo.

La giornata procede alla grande, con temperature miti e sole. Faccio una deviazione in centro a Stoccolma, giusto per buttare un occhio alla bellissima città costruita sui canali, ma credo che le capitali vadano girate a piedi e il traffico è caotico. La mia meta è altrove. Dopo aver fatto un po' di provviste proseguo quindi verso nord.

Qualche acquazzone ormai fa parte del gioco, nemmeno ci presto più attenzione, in Scandinavia è normale.

Nel pomeriggio mi affido nuovamente al GPS per la ricerca di un campeggio, e per la seconda volta (lo fece anche nella giornata di ieri) mi porta ad una grossa struttura, al completo. Consulto quindi la guida dei camping svedesi, faccio un paio di telefonate, e prenoto una stanza in un camping immerso nella natura sulle rive di un piccolo fiordo nei pressi di Ljusne, sul Mar Baltico, che raggiungo in serata.

Ho guidato per quasi 800 chilometri anche oggi, alla sera vado a letto un po' più stanco del solito.

Mercoledì 1 agosto 2012

Ljusne - Ånäset (S)

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Ieri sera sono andato a dormire veramente stanco, e nonostante rimanga volutamente a letto un'oretta in più del solito, stamane mi sveglio più stanco ancora. A fatica eseguo tutto il rituale mattutino di riordino bagagli, carico la moto e parto ugualmente, col manubrio sempre rivolto verso nord.

A metà mattina poi mi succede una cosa strana: mi fermo per fare rifornimento ad un'area di servizio, mangio due biscotti, mi bevo un bel bicchierone di caffè bollente ed all'improvviso mi sento un altro, completamente rigenerato! Non mi è mai successa una cosa del genere!

La giornata trascorre alla grande, anche oggi sole e bel tempo, forse la vicinanza della costa baltica aiuta, un solo acquazzone (con grandine). L'autostrada è finita ed i tempi di spostamento si allungano, c'è ancora qualche tratto con il limite di 110 km/h ma ora si attraversano le città con semafori e rotatorie che abbassano notevolmente le medie di percorrenza.

A metà pomeriggio scorgo un campeggio sulla mia sinistra, non vorrei esagerare e decido che può bastare, nonostante tutto sono 500 chilometri anche oggi. La casetta è calda e comfortevole e ci arriva pure il segnale del wi-fi.

 

Cerco di godermi a pieno questo viaggio assaporando le piccole cose, i singoli momenti, la salita dalla Svezia si sa che è pallosa, niente panorami, solo foreste infinite di pini, anche se poi ti ritrovi a passare sull'Högakustenbron, uno spettacolare ponte sospeso con una campata di oltre 1200 metri! Mi piace anche lo spirito del camping, per lo meno quello che si vive qua, di lasciare in ordine e pulito, del rispetto delle cose comuni, del salutarsi sempre... tanto un "Hi!" non costa nulla no?
Belle abitudini, altro pianeta...

Giovedì 2 agosto 2012

Ånäset (S) - Rovaniemi (FIN)

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Anche la giornata di oggi fila via liscia come l'olio, con gli ultimi tratti di Svezia che consentivano spesso ancora andature autostradali, giungo al confine di stato ad Haparanda all'ora di pranzo e ne approfitto per spendere in cibo e provviste le ultime corone svedesi, proseguo poi per gli ultimi 100 km in Finlandia fino a Rovaniemi. Il lungo trasferimento si può considerare terminato. Sono in viaggio da 5 giorni ed ho percorso oltre 3200 chilometri. Sono arrivato al Circolo Polare Artico (Lat. 66°32'35" N), non mi sembra vero, stento a crederci e quando guardo la cartina a stento riesco a trattenere il magone...

Il tempo di un rapida perlustrazione al Santa Claus Village, un centro visitatori prettamente turistico, una roba da gita in pullmann dalla quale scappo in fretta e furia, e mi dirigo verso un bellissimo camping sulla riva del fiume Kemijoki giunto al quale una bellissima ragazza dai capelli biondissimi, mi consegna le chiavi di un bungalow fantastico, dotato di servizi, TV e tutti i comfort. La miglior sistemazione dell'intero viaggio.

Venerdì 3 agosto 2012

Rovaniemi (FIN) - Kirkenes (N) - Grense Jakobselv (N)

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Nella giornata di oggi ho attraversato la Lapponia orientale. Parto da Rovaniemi piuttosto presto, le auto e le moto degli altri ospiti del camping sono, come sempre, ancora tutte fuori dai rispettivi bungalow. Per quanto mi riguarda, anche a queste latitudini dove è tutto spostato un po' più tardi nella mattinata, rimane vigente la regola che il mattino ha l'oro in bocca.

Percorro la 4, sempre verso nord, attraverso Ivalo, dove faccio qualche provvista ad un supermercato, e giunto ad Inari mi fermo per il pranzo al caldo dell'unica caffetteria, annessa alla quale c'è un bellissimo negozietto di prodotti di artigianato lappone. Non ho spazio per i souvenirs ma compro due adesivi, li regalerò ad un caro amico, le promesse vanno mantenute.

Rimonto in sella e faccio una piccola deviazione sterrata fino ad un punto panoramico dal quale si scorge dall'alto il suggestivo Lago di Inari caratterizzato dalle numerose isolette ed insenature, panorami ai quali non siamo abituati e che lasciano a bocca aperta.

Quassù c'è già poca gente in giro, la strada più battuta per Capo Nord proseguiva verso est, prima di Inari, ed ora è giunto il momento di lasciare i luoghi "popolati". Mi dirigo sulla 971, 200 chilometri di nulla totale, solo laghi, pini, betulle e qualche renna, poi niente e nessuno. Devo solo stare attento a guardare avanti ed a non farmi distrarre troppo dal panorama che comincia a farsi più interessante delle foreste svedesi, il popolo Sami, originario di questi luoghi, dice che fare un frontale con questi erbivori dal grosso palco non è molto divertente! Per il resto gli specchietti retrovisori ce li si può dimenticare, se dietro non hai nessuno, nessuno arriverà.

Unico incontro: due ragazzi italiani a bordo di un VW California. Incredulo mi fermo a fare due chiacchiere. Li ritroverò più volte nei giorni seguenti.

Giungo al confine prima del quale faccio rifornimento approfittando del costo vantaggioso del carburante in Finlandia e del pagamento in Euro, dopodichè lo varco e sono in Norvegia. 

Il panorama nel Firmark cambia ancora, fanno capolino i primi fiordi che si insinuano tra modeste alture che, nonostante la latitudine (69° N), sono ricoperte di alta vegetazione almeno fino a 250 metri di quota, viaggiandoci accanto percepisci l'odore del mare e il tempo grigio ed a tratti piovoso dona al tutto un'atmosfera criptica indescrivibile.

Giungo così nei pressi di Kirkenes a metà pomeriggio, individuo subito un bel campeggio appena fuori dalla cittadina, nel quale mi sistemo in una confortevole Hytte ubicata tra una fitta vegetazione.

Scaricati i bagagli accendo la stufetta elettrica per riscaldare la casetta e vista l'ora risalgo in moto per buttare un occhio al centro, assolutamente niente di imperdibile, ma soprattutto per raggiungere la prima vera meta di questo mio viaggio.
Le indicazioni sono anche in cirillico, mi dirigo verso il confine russo. Dopo una decina di chilometri scorgo le pensiline della frontiera, è tutto pieno di cartelli che la indicano in modo tutt'altro che amichevole. Ma la mia strada gira a sinistra proprio appena prima degli spazi doganali. Da qua fa lo zig zag attorno a qualche laghetto, supero un passo alla folle quota di 190 mslm ed arrivo alla "restricted area", qua pare che non si scherzi, sei avvertito e devi rispettare le regole.
Sulle alture si vedono ancora i vecchi presidi dell'"Unione", quelli nuovi sono oltre il fiordo, più radi. Gli ultimi 10 km sono in terra battuta, è uno sterrato bello liscio, veloce, ma la cosa particolare, è che appena fuori dalla strada, sull'erba, li a qualche metro, è Russia!
Sono a Grense Jakobselv. A quasi 4000 km da casa. Con la mia moto. Da solo.

Sabato 4 agosto 2012

Kirkenes - Nyrud - Tana Bru (N)

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La giornata comincia presto anche oggi, alle 8,30 sono già in moto quando tutto ancora dorme, pochissime auto in giro e tutto ancora chiuso. Ho fatto rifornimento ieri sera e quindi sono pronto per intrufolarmi in quella lingua di Norvegia a sud di Kirkenes che si insinua tra Russia e Finlandia, 100 chilometri di strada a fondo chiuso che solo un pazzo imboccherebbe.
Ma ne vale la pena: il primo tratto lambisce il Langfjorden e successivamente la strada costeggia un lago dalle mille forme ma da una sponda sola. Nonostante il confine sia a qualche centinaio di metri in mezzo all'acqua, anche qua è restricted area, dall'altra parte l'unico segno di presenza umana sono le ciminiere di una fabbrica russa in lontananza, questa volta azzardo una foto, male che vada mi busserà alla porta di casa il KGB.
Giunto a Nyrud, alla fine della strada, the boarder è proprio li, sull'erba appena fuori come ieri, la stazione di polizia norvegese però, sebbene deserta all'apparenza, rassicura non poco. Va bene le restrizioni comportamentali, ma finchè è Norvegia il Cremlino non ha alcun potere!

L'aver percorso più di 4000 chilometri e l'essere riuscito a raggiungere due delle tre mete principali del mio viaggio, se da un lato mi fa sentire appagato come non mai, dall'altro ha sicuramente determinato un fisiologico calo di adrenalina. Uno dei vantaggi del viaggiare senza aver programmato o prenotato nulla però, è che puoi fare quello che vuoi, giorno per giorno, a seconda di cosa ti senti.
Quando guardavo la cartina a casa e immaginavo questi posti, pensavo di visitare anche una delle altre due penisole del Finmark, ma l'idea di percorrere ancora centinaia di km per poi dover tornare per forza sui miei passi non mi va. Sono talmente soddisfatto che per la prima volta al posto del solito sandwich on the road mi fermo in una caffetteria per il pranzo e mi mangio un bel trancio di salmone alla griglia seduto comodo al caldo mentre osservo divertito da dietro i vetri tre bambini biondissimi che giocano scorrazzando in bicicletta non curanti della pioggia che a tratti scende dal cielo. Nel primo pomeriggio raggiungo Tana Bru dove decido di fermarmi a riposare. Moto spenta e quattro passi lungo il fiume sono l'ideale per mettere in ordine le idee e godersi un po' la soddisfazione di essere riuscito a fare qualcosa di non proprio ordinario.

Domenica 5 agosto 2012

Tana Bru - Nordkapp (N)

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Questa tappa sarà caratterizzata da un crescendo di emozioni. E' il gran giorno.

Mi alzo la mattina che sento in me un'emozione mai provata. Inizio a percorrere i 400 chilometri scarsi che mi separano dalla rupe, il panorama è quello della tundra, a queste latitudini non crescono più le piante, attraverso un altopiano dall'aspetto lunare e mi fermo alla caffetteria di Ifjord a rigenerarmi, un caffè ed un waffle è quello che ci vuole a metà mattina. Il pranzo lo farò più avanti al bar di una già collaudata catena di stazioni di servizio, la STATOIL, presso il quale faccio due chiacchiere con un agente di polizia che molto gentilmente acconsente anche a farmi fotografare la sua auto di servizio.

Pochi minuti di sosta e risalgo in moto, ho come fretta di raggiungere la meta di oggi, non è una meta qualunque. La strada è veloce, deserta, ad un certo punto si affaccia sul mare: il Porsangerfjorden si mostra maestoso con le sue isole. Il meteo sembra buono ma manca ancora un po', prego perchè rimanga tale.

Giunto a Lakselv noto che il traffico aumenta, incrocio qualche moto (ne avrò incrociate due o tre da quando sono in Norvegia), ed infatti mi immetto sulla E6, la strada che arriva da Inari, dalla Finlandia, quella che fanno tutti.

L'ultimo centinaio di chilometri è tutto sulla costa, la prima emozione all'inizio della municipalità (il cartello Nordkapp kommune), poi il tunnel sottomarino passando a 212 metri sotto il livello del mare mi consente di approdare sull'isola di Magerøya. Manca poco.

Sono a corto di carburante ma ad Honningsvåg posso fare il pieno e riprendere la strada, gli ultimi 30 chilometri, in salita, su quest'isola che sembra la luna, curva dopo curva, il freddo aumenta, il termometro segna 7°C ma io viaggio col casco aperto, respirando profondamente quest'aria surreale... è l'aria che c'è in cima al mondo.

Ce l'ho fatta.

Visto il filmato proiettato sullo schermo panoramico mi siedo dietro i vetri della caffetteria del centro visitatori e rimango almeno mezzora a sorseggiare il caffè bollente con gli occhi fissi sul globo. Non mi sembra vero.

Mi sistemo a Skarsvåg, torno quindi indietro di 12 chilometri, nel campeggio più a nord del mondo, alla cui caffetteria faccio cena insieme a due ragazzi di Cuneo conosciuti nel pomeriggio all'ultimo distributore festeggiando il raggiungimento della meta: 71°10'21" N!

La giornata non poteva concludersi meglio: dopo cena ripercorriamo la strada e torniamo alla rupe... non sarà propriamente il sole di mezzanotte ma direi che ci siamo molto vicini. Vi giuro che è da togliere il fiato.

Lunedì 6 agosto 2012

Nordkapp - Straumfjordnes (N)

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Lasciare l'isola di Magerøya non è stato semplice. La tentazione di ripercorrere i 13 km che mi separavano dal globo è stata fortissima ma come si dice "The Show Must Go On"!
E così stamane si inverte il senso di marcia: via verso sud.
Dopo 5000 km di strada dritta, finalmente percorro anche un po' di curve, da pennellare sempre con moderazione non solo per la severità delle contravvenzioni norvegesi per chi sorpassa i limiti, ma anche perchè sono a pieno carico e c'è ancora il rischio di trovarsi in braccio qualche renna!
Il panorama mi da sicuramente una mano a mantenere il ritmo giusto, compaiono infatti i primi fiordi che, oltre a trasmettere una calma innaturale, fanno si che sia pressochè impossibile non fermarsi per fare qualche foto.
L'intenzione era quella di arrivare fino a Tromsø ma nel primo pomeriggio scorgo un bel campeggio in riva al mare e, siccome ora sono in vacanza, decido che un po' di riposo non posso che meritarmelo!

Martedì 7 agosto 2012

Straumfjordnes - Silsand (N)

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Mi sveglio bello riposato, faccio colazione con calma e mi rimetto in moto senza più quella "fretta" di arrivare alla meta che caratterizzava i giorni scorsi. In mattinata raggiungo Tromsø, una bellissima città, capoluogo della Norvegia del nord, parcheggio nei pressi del porto e mi addentro a piedi per le vie del centro. La città, costruita su una piccola isola, è carina con le sue case colorate, e merita una breve visita anche la moderna Cattedrale dell'Artico.
Dopo il pranzo in un fast food del centro, convinto di risparmiare strada, mi addentro tra le isolette del piccolo arcipelago, alcune delle quali sono collegate da ponti, altre invece raggiungibili via mare. Peccato che non essendo luoghi frequentatissimi, le partenze dei ferry non sono così frequenti. Risultato? Arrivo all'imbarcadero e mi sarei potuto imbarcare 2 ore dopo! 100 km per niente! Non solo, mi accorgerò più tardi di un altro ponte che mi avrebbe consentito comunque di risparmiare un po' di strada... vabbè... non tutto il male viene per nuocere: il panorama ripaga sempre della strada fatta...
Ora però raggiungere prima di cena il traghetto per le Vesterålen è ormai impossibile e così mi trovo a vagare per l'isola di Senja in cerca di una sistemazione per la notte. Trovo la mia hytte verso le 18, in un campeggio fuori dal mondo, dopo qualche km di strada sterrata, in riva ad un laghetto. Bellissimo.
Non ho mai fatto così tardi alla guida. Ricordo ormai una settimana fa nei pressi di Malmö, in Svezia, già angosciato alle 16 per la paura di non riuscire a trovare un riparo per la notte. Sto talmente bene e sono così sereno che stasera avrei continuato a cercarlo ad oltranza, in totale tranquillità, accompagnato solo dai miei pensieri e dal rumore del boxer...

Mercoledì 8 agosto 2012

Silsand - Bø (N)

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Questa giornata inizia con tutta calma, il traghetto parte alle 11 ed ho solo 50 chilometri da fare per raggiungere il luogo dell'imbarco. Resto quindi a letto fino alle 9, poi mi preparo la colazione. A seguire il rituale del riordino bagagli, carico la moto e via. Qualche chilometro di sterrato e poi la strada principale: in quaranta minuti sono arrivato. Il tempo di bere un caffè all'unico mini market e fare due chiacchiere con dei camperisti italiani che mi hanno avvicinato incuriositi dal mio modo di viaggiare, e si salpa.
L'approccio alle Vesterålen non è stato dei migliori, almeno dal punto di vista meteorologico. Dopo ormai diversi giorni davvero splendidi oggi è una giornata cupa, grigia. Un vero peccato per la zona in cui mi trovo, con un cielo così scuro l'azzurro delle baie si vede appena ed i fiordi acquistano un'aria più malinconica. 
Dopo una traversata di circa un'ora e mezza alla capitano Achab che mi ha costretto a limitare le chiacchiere con un motociclista russo, anch'egli solitario, per tenere gli occhi puntati sull'orizzonte per evitare il mal di mare, attraverso ad andatura lenta le isole dell'arcipelago, Andøya, Hinnøya, Langøya, sono tutte collegate da ponti, opere incredibili che consentono ai norvegesi di viversi tutto il loro territorio, senza lasciare isolato nessuno. Il paesaggio è ancora diverso, il mare si alterna alla campagna, niente più renne, ma nei pressi delle fattorie ricompaiono mucche e vitellini. I bambini dai capelli d'oro ti fanno "ciao" quando passi lento attraverso i loro villaggi...e quelle manine ti fanno scordare il grigiore delle nuvole e ti aprono il cuore... anche questa è Norvegia.
Arrivo fino all'estremita occidentale dell'arcipelago e percepisco essere una zona priva di recettività turistica (per dirla tutta non c'è proprio in giro anima viva!), fortunatamente avevo visto le indicazioni per un camping guidando su un tratto di strada che avrei dovuto ripercorrere ed infatti nel tardo pomeriggio mi fermo proprio li in una piccolissima hytte.
Ceno nella cucina comune scambiando quattro chiacchiere con una famiglia norvegese che non si capacitava di come arrotolassi gli spaghetti sulla forchetta, un gesto del tutto consueto sulle nostre tavole che evidentemente non appartiene ai popoli nord europei.

Giovedì 9 agosto 2012

Bø - Henningsvær (N)

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Questa mattina la prima cosa che faccio appena apro gli occhi è guardare fuori dalla finestra, ma purtroppo c'è lo stesso cielo di ieri, griglio plumbeo, che non lascia presupporre miglioramenti. Grazie ai ponti e ad un tunnel submarino, senza mai scendere dalla moto, lascio così le selvagge Vesterålen per passare alle Lofoten, tre isole meravigliose (Austvågøya, Vestvågøy e Moskenesøya) sulle quali sono diversi i villaggi di pescatori, luoghi in cui regna una pace surreale, con quelle casette colorate in legno costruite a mo di palafitta direttamente sulla riva. Un piccolo arcipelago circondato da un mare azzurro e cristallino, con numerosi fiordi e mille isolette dalle spiagge bianchissime, che se non fosse per la temperatura frizzantina sembrerebbe più di essere ai caraibi che a nord del circolo polare artico.

Poca moto oggi, domani alle 15 ho il traghetto per Bodø e voglio assaporare un po' a piedi questo luogo unico. Così superato il bellissimo villaggio di Henningsvær individuo un camping sul mare dove al posto della solita hytte prendo una camera al primo piano una bellissima casa tipica in legno. Non mi resta che mettermi in abiti più comodi e godermi la mia passeggiata.

Venerdì 10 agosto 2012

Henningsvær - Bodø (N)

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Uno sprazio di sole ieri sera mi aveva fatto ben sperare per il meteo di oggi, ma niente da fare.

Percorro gli ultimi 100 chilometri di Lofoten sotto una pioggerellina fine fine, arrivo alla fine della strada, ad un piccolo villaggio dal nome decisamente singolare: Å.

Un rapido sguardo alle costruzioni caratteristiche, sono bellissime, ma nel frattempo l'intensità della pioggia è aumentata e diventa difficile anche tirare fuori dalla tasca la macchina fotografica. Torno sui miei passi per qualche chilometro e nel mezzogiorno sono a Moskenes, lascio la moto in coda all'imbarco e mi rintano nella caffetteria dove pranzo in compagnia di qualche italiano di passaggio.

Nel frattempo il dehor viene pian piano invaso da un gruppo di ragazzi nord europei nemmeno ventenni, in giro a piedi con i loro zaini giganteschi, sono bagnati fradici e spettinati, bellissimi nei loro sorrisi che caratterizzano il loro spirito di avventura, provo un pizzico di invidia per loro... purtroppo indietro nel tempo non si può tornare, mai.

La traversata dura 4 ore e mezza, il mare il burrasca mette a dura prova il mio stomaco, la nave ondeggia in modo spaventoso frangendo onde alte più di lei. Arrivo a Bodø stanco, stralunato e col mal di mare. Il tempo di trovare un camping, prepararmi la cena, e crollo a letto.

Sabato 11 agosto 2012

Bodø - Mo-i-Rana (N)

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La giornata di oggi la trascorro sulla 17, un po' in sella e un po' sui ferries. E' incredibile, i norvegesi costruiscono ponti sospesi dall'architettura spettacolare e scavano gallerie lunghe anche 6 o 7 km anche solo per collegare piccoli villaggi sperduti, viene subito da pensare ai costi di queste opere e a come siamo abituati a considerarle... basterebbe un po' di amore per la propria terra per cambiare punto di vista...

La tranquillità dei fiordi mi consente una guida rilassata, meditativa, e nei tratti senza pioggia viaggiare a casco aperto non fa che aumentare il contatto con questa natura meravigliosa. Le emozioni sono tutte amplificate, e anche la vista di una lingua del ghiacciaio Nordfjordbreen che quasi lambisce il mare mi fa avere un tuffo al cuore.

Viaggiare da solo poi ti predispone al contatto con gli altri, persone fuori dal comune, gente spettacolare, oggi durante la navigazione e l'attesa per l'imbarco mi sono imbattuto ed ho fatto 4 chiacchiere con due motociclisti, marito e moglie, in viaggio da 3 mesi, ognuno con la propria moto, hanno percorso fino ad ora 21000 km e provenivano da Dubai!! Incredibile!

Mi lascio alle spalle il grande nord e scendo sotto il circolo polare artico, dalla nave saluto il piccolo globo di metallo che lo indica sulla costa: non so per quale ragione ma sento che più che un addio è un arrivederci...

La mia giornata termina in un bellissimo campeggio situato 16 chilometri a sud di Mo-i-Rana giunto al quale una gentilissima signora mi consegna le chiavi di una hytte spaziosa e comfortevole, di notte comincia a far buio di nuovo e non è quasi più necessario accendere il riscaldamento.

Domenica 12 agosto 2012

Mo-i-Rana - Åsen (N)

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Avete idea di cosa significhi fare più di 400 km dal paesaggio non particolarmente interessante col limite massimo di velocità a 90 km/h, ma spesso anche a 70 o a 60?
Dopo aver saputo di un altro motociclista che in questi giorni in Norvegia ha preso 6700 NOK di multa per essere stato beccato andare a 80 km/h anziché 60 come prescritto... oggi mi sono attenuto scrupolosamente alla segnaletica, come del resto è giusto fare sempre. Solo che è anche lecito rompersi le scatole e così essendo partito presto stamane, decido di fermarmi presto, a 50 km da Trondheim.
Come animare una giornata del genere? Semplice: perdendosi! Ritrovarsi su una stradina sterrata sempre più piccola e non segnata sul GPS ha messo un pizzico di adrenalina al monotono trasferimento!
Sono due settimane che sono via da casa ed ho percorso fino ad ora poco più di 7000 km... oggi ho lasciato la Norvegia del nord per entrare nel Trøndelag, la regione centrale della nazione. E, caso vuole, che proprio nel passaggio tra una regione e l'altra il cielo si sia pian piano aperto, la temperatura è passata dagli 11/12°C dei giorni scorsi a più di 20°C e da oggi pomeriggio splende un bel sole, l'ideale per fare asciugare il bucato, levarsi dalle ossa l'umidità accumulata in quattro giorni di pioggia e godersi la vita da campeggio riposandosi un pochino al sole in abiti estivi.

Luned' 13 agosto 2012

Åsen - Ålesund (N)

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Ma come guidanoooooo????!!? Uff... avete presente quando da noi nevica che vanno tutti a due all'ora, lontani uno dall'altro, che si prendono le rotonde piano piano, per paura di scivolare? Ecco, solo che qua, a questo ritmo, a me tocca fare centinaia di chilometri! Comincio a rimpiangere il Finmark, dove non c'era traffico...
Stamattina faccio una capatina in centro a Trondheim, giusto per qualche foto, ma non sono qua per le città, c'è traffico e le aree più belle da visitare sono in isola pedonale e girare a piedi abbigliato da moto non è il massimo... quindi taglio presto la corda e mi dirigo a Kristiansund dove imbocco la Strada Atlantica, la mia stella deve essersi nuovamente distratta perché viene nuvolo e son costretto a percorrere (in realtà due o tre volte) gli 8 km di quest'opera incredibile sotto un cielo grigio che non fa altro che smorzare i colori del mare e delle mille isolette.
Ma pazienza. Amo il nord e tutte le sue sfaccettature, se avessi voluto sempre sole probabilmente sarei in Cappadocia, o in Galizia.
Nel tardo pomeriggio approdo a Ålesund, una bellissima cittadina con tantissime case tipiche in Jugensdtil, ma, sarà forse per l'orario, caratterizzata da un traffico infernale! Stavo quasi per maledire chi mi ha consigliato di farne visita quando scorgo per caso un indicazione turistica. Ho fatto bene a seguirla, il panorama è mozzafiato!

Martedì 14 agosto 2012

Ålesund - Stryn (N)

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Mamma che giornata ragazzi!!!
Sono cominciate le curve vere!!!

Stamattina me la prendo con comodo e parto verso le 9.30, sarà una tappa corta ma intensa. Dopo un'ottantina di chilometri infatti mi ritrovo a percorrere la Trollstingen, un semplice passo di montagna che, forse perché non ce ne sono molti altri, in Norvegia hanno saputo valorizzare con un centro visitatori, un souvenir shop ed una terrazza panoramica a strapiombo davvero emozionante. La strada scala circa 800 metri di dislivello, nulla rispetto ai nostri passi alpini, ma finalmente mi consente, compatibilmente col carico, di farmi due pieghette in allegria! Mi diverto come un matto a scalare le marce, a pennellare i tornanti uno dopo l'altro...
A seguire la strada si affaccia dall'alto su una delle bellezze naturali più famose della Norvegia, purtroppo rovinata da due navi da crociera ormeggiate e da decine di hotel di lusso: il Geirangerfjorden, sito patrimonio dell'umanità UNESCO. La vista è davvero mozzafiato, la calma del mare incastonato tra le montagne ha un "non so che" di magico...
Ma non finisce qua: faccio scoppiettare il boxer lasciando Geiranger e i suoi turisti infighettati e mi dirigo sulla 258: lo Strynefjellet. 20 km di sterrato a circa 1100 metri di quota, con un panorama che sulle Alpi trovi almeno oltre i 2500! Sono da solo, fuori dal mondo, la neve sulle montagne è ancora molta, i laghi azzurrissimi e alcuni ancora ghiacciati... la latitudine è ancora 62°N. Chi sta meglio di me?
Approdo ad un bel campeggio, in riva ad un lago, la hytte è spaziosa, ho quello che mi serve. Faccio due chiacchiere col custode che prima mi parla di una bellissima Volvo dei primi del '900 che scorgo abbandonata in un fienile e poi compatibilmente con la mia comprensione dell'inglese tenta di spiegarmi come si vive d'inverno in Norvegia. Il contatto con la popolazione locale, ovunque tu vada, è sempre meraviglioso.

Mercoledì 15 agosto 2012

Stryn - Heidal (N)

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Si vola sul tetto della Scandinavia!!

Oggi maratona tra le montagne norvegesi. Dopo un lungo avvicinamento panoramico tra fiordi e laghi mi ritrovo a costeggiare le rive del Sognefjorden, il fiordo più lungo della Norvegia, il secondo al mondo, 204 km di mare che si insinuano, ramificandosi, tra le montagne che gli fanno da contorno.
La strada poi piega verso nord ed affronto il Sognefjellet, in passo più alto della Scandinavia, 1434 m.s.l.m. con un panorama che sulle Alpi trovi a 3000! Laghetti azzurrissimi, pietraie e ghiacciai tipici delle nostre alte quote, qua li puoi trovare già oltre i mille metri, strani giochetti che crea la latitudine...
Morale della favola oggi mi sono sciroppato quasi 500 km di curve divertendomi come un matto a  piegare di qua e di la la mukkona carica. Forse l'ho già detto, ma qua le distanze sono triplicate, un passo alpino con 1500 metri di dislivello lo fai mediamente in una quarantina di chilometri, qua sono più di 100!! E infatti sono un po' cotto. Stasera cena fuori, in caffetteria, servito e riverito, al calduccio e col wi-fi... ogni tanto ci può anche stare no?

Giovedì 16 agosto 2012

Heidal - Vik (N)

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Svegliarsi a 750 metri da queste parti ti fa partire alla mattina con un'aria decisamente frizzante, stamattina mi metto in moto che il termometro segna 9 gradi. Percorro subito la 51 in direzione sud e mi ritrovo sul Valdresflya a quasi 1400 metri, il sole ancora basso e le ombre allungate donano al panorama già lunare, un aspetto ancora più particolare.
Faccio due chiacchiere con un altro biker norvegese che mi da due dritte sul percorso da fare mentre aspettiamo di poter percorrere una strada temporaneamente bloccata da lavori di ammodernamento, mi dice questo ragazzo che rialzano tutto il piano stradale e costruiscono due tunnel per facilitarne la percorrenza invernale, dal momento che qua scendono anche 5 o 6 metri di neve... le opere pubbliche in Norvegia sono incredibili!
Al via riprendo la mia strada ed al posto di percorrere 24,5 km del tunnel più lungo d'Europa (si avete capito bene, più del doppio del Traforo del Monte Bianco!!) attacco l'Aurland-fjellet, che ci passa sopra, con una stradina stretta stretta che all'inizio, in mezzo agli alberi, mi fa davvero sembrare sulle Alpi e alla fine si affaccia sull'Aurlandsfjorden con una vista a strapiombo mozzafiato!
Per concludere percorro il Vikafjellet, ultimo passo della giornata ed approdo nel primo pomeriggio in una confortevole hytte sul Sognefjorden. Non mi resta che concludere la giornata con una passeggiata in riva al mare.

Venerdì 17 agosto 2012

Vik - Bergen (N)

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Poco prima di mezzogiorno arrivo a Bergen, dopo 20 giorni di campeggio prendo una stanza al più bel hotel della città, direi che eccezionalmente ci può stare! Anche l'unica città norvegese per la quale mi sono preso il tempo necessario per una visita non ha affatto deluso le aspettative.
E' fantastica, 250000 abitanti, vista così sembrerebbe a misura d'uomo, traffico nella norma, ampi spazi pedonali, e il suo splendido quartiere di Bryggen, nel quale alloggio, dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. E' una città universitaria, piena di giovani che si muovono a piedi, velocemente, regna un dinamismo non frenetico.
Mangio un mix di pesce alla griglia al tipico mercato del pesce, in centro, sul porto, servito da un ragazzo italiano che fa la stagione lavorando qua per pagarsi il master universitario che sta facendo a Parigi e poi mi faccio ben 4 ore in giro a piedi per la città. La cosa bella è vedere la gente, i turisti sono in quantità moderata e non alterano l'idea della popolazione, composta, educata, ai massimi livelli di civiltà. Ognuno con una propria identità anche nell'immagine e non uniformati all'etichetta della moda che regna sovrana a Milano. Ridicoli. Qua si bada al pratico e c'è chi prende il sole in shorts e canotta steso su un prato, chi passeggia in jeans e sandali e chi ti saluta dalla macchina alzandoti il pollice vedendoti in coda al semaforo in moto con targa italiana. Non ci sono ne borse di Louis Vuitton, ne cinture di Gucci e nessuno ha le Hogan ai piedi, ma sono tutti straordinariamente belli.

Sabato 18 agosto 2012

Bergen - Jørpeland (N)

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Prima giornata davvero monotona di tutto il viaggio.

Lascio Bergen stamane sotto la pioggia e percorro circa 250 km, fortunatamente interrotti da tre traversate in ferry, sempre sotto l'acqua. Giunto a Stavanger mi dirigo subito verso il Preikestolen, forse varrebbe la pena fare una breve visita alla città ma fare un giro in centro con questo tempo non avrebbe senso.
Giungo così nel primo pomeriggio alla base del pulpito, da qua ci vogliono 2 ore di cammino per raggiungerne la sommità. Prendo una camera nell'unica struttura presente e mi fermo a recuperare le energie per l'arrampicata di domani! Speriamo nella clemenza del meteo, oggi la gente scendeva in condizioni pietose, bagnati, infangati... incrocio le dita.
Giornata solo meditativa oggi, chiuso dentro al casco bagnato, niente foto. Ripensando ai giorni scorsi, a quanto fatto, visto, percorso... beh, sono belle emozioni.

Domenica 19 agosto 2012

Jørpeland - Kristiansand (N)

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E' così che la vorrei, che fa trekking, amante della montagna e dell'escursionismo. Perché? Perché sono semplici, senza troppi fronzoli, toste, determinate ad arrivare alla meta, bellissime nel loro abbigliamento tecnico, bellissime con le loro gote rosse per la fatica e il vento, bellissime anche se spettinate, sudate e inzuppate dalla pioggia. Quelle che alla sera camminano a piedi scalzi per la living room, che parlano con tutti a bassa voce, con umiltà, che ti abbracciano prima di andare a dormire anche se ti conoscono da due ore...
No, tranquilli, non mi sono innamorato, è solo che esperienze e riflessioni di questo tipo hanno caratterizzato la mia permanenza in ambiente escursionistico di ieri pomeriggio e stamattina. La salita al Preikestolen è stata grandiosa, l'ultima delle fatiche, e il fatto che non si vedesse nulla non ha affatto influito sul mio morale. Ero lassù, con le mie gambe, in un tempo decisamente inferiore alle aspettative! Sono arrivato al pulpito, mi sono appoggiato alla roccia e ho pensato: "è fatta". La totale assenza di panorama ha favorito il mio isolarmi completamente, la mia mente è volata indietro nel tempo, per questi 22 giorni fantastici che ho cercato sera per sera di raccontare, anche se... le emozioni vere di un viaggio in solitaria sono difficili da descrivere a parole...
Ho fatto un tentativo stasera, ma è domenica e al porto gli uffici delle compagnie di navigazione sono chiusi. Trovo una spaziosissima hytte in un grande campeggio a pochi chilometri da Kristiansand, è un po' cara ma dopo la salita al pulpito e quasi 300 chilometri di moto sono stanchissimo. Domani mi imbarco per Hirtshals (DK) e dopo 1600 km di autostrada sarò a casa.

Lunedì 20 agosto 2012

Kristiansand (N) - Aalborg (DK)

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Oggi dopo aver trascorso la mattinata bighellonando a spasso per le campagne attorno Kristiansand ed aver pranzato ad un baretto universitario in compagnia di decine di studenti incuriositi dalla mia moto carica, mi sono imbarcato su un super traghetto che in sole 2 ore e mezza mi ha portato ad Hirtshals, in Danimarca.
Dopo un anno esatto mi ritrovo a sbarcare nello stesso porto, l'anno scorso provenivo dall'Islanda, e quest'anno dalla Norvegia. Vista l'ora proseguo fino alla vicina Aalborg, dove mi fermo in un albergo per la notte.
Mi mancano già le hytter e tutto il rituale che prevedevano, preparami il letto, la cena, lavare i piatti... però entrare in un caffè del centro con i pantaloni e le scarpe ancora un po' infangati dal Preikestolen... vabbè... chevvelodicoaffà!

Martedì 21 agosto 2012

Aalborg (DK) - Fulda (D)

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Se è noiosa farla all'andata, quando hai l'adrenalina a mille e l'entusiasmo di un viaggio appena cominciato... figuriamoci al ritorno quando è quasi tutto finito e devi tornare a casa... però fa parte del gioco, è normale, e quindi oggi mi son sciroppato quasi 900 km di autostrada, prima danese e poi tedesca, con una temperatura ancora frizzantina (18°C) stamattina ad Aalborg che via via è salita fino a toccare i 33°C di Fulda.
Non vi dico, abbigliato da Capo Nord, che figata! Mi son fermato altrimenti mi squagliavo.
Partirò presto domattina... con la speranza che arrivino in fretta le Alpi a rinfrescarmi un po'...

Ci credete se vi dico che mi manca già il Nord?

Mercoledì 22 agosto 2012

Fulda (D) - Vigevano (I)

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Si, lo so che sembrerò patetico ed infantile, e so anche che i valori veri della vita sono altri, chi mi conosce sa bene come la penso… ma sono un motociclista da 25 anni, e solo un motociclista (nemmeno tutti) non scrollerà la testa leggendo ciò che segue.

E così questo ultimo post di questo viaggio è per la mia Bimba. Non ho mai parlato di lei, un po' per scaramanzia, un po' perché ho cercato di dare spazio alla descrizione delle meraviglie naturali che via via mi trovavo davanti agli occhi ed alle emozioni che il viaggio mi suscitava.
Compagna sempre fedele mi hai scorrazzato per 25 giorni in giro per l'Europa, abbiamo fatto insieme più di 11000 chilometri, fino al grande nord, oltre il Circolo Polare Artico, siamo arrivati al mitico russian border e a Nordkapp.

Sempre più sporca alla sera ti guardavo parcheggiata fuori dalla mia hytte, sempre pronta a metterti in moto ed a portarmi ovunque io volessi. Abbiamo fatto sentire a tutta la Scandinavia il frullare del tuo boxer bavarese, sentirlo sempre girare come un violino è stata la più bella colonna sonora che potessi avere. Mai un problema, mai un rumore sospetto, mi hai fatto viaggiare in totale serenità, certo di poter sempre contare su di te, soprattutto quando non c'era nessuno, lassù nel Finmark, dove per centinaia di chilometri si viaggiava senza incontrare anima viva.

Come non ringraziarti per avermi fatto concludere alla grande l'esperienza che sognavo da tutta la vita, da quando a 14 anni guardavo fuori dai finestrini del camper dei miei genitori gli altri motociclisti, sognando anche io, un giorno, di poter realizzare il mio sogno.
Sono stato, anzi, siamo stati, io e te, da soli, fino a che più a nord non si è potuto, e devo dire, che ce la siamo cavata abbastanza bene.
Siamo a casa.

Thanks to...

Una bella lavata alla mukka ed è tornata splendente come prima di partire. Il concessionario è in ferie, prenoteremo il tagliando la settimana prossima. Ora, tra una lavatrice e l'altra è giunto il momento dei doverosi ringraziamenti:
  • in primis ai miei amici Paolo e Sabrina, per avermi fatto sempre sentire la loro vicinanza, sempre veramente, ad ogni mio post loro son sempre stati i primi a dare un cenno della loro presenza. Grazie.
  • ai preziosissimi amici del forum Paolo2145, espertissimo della Scandinavia, e Luca60, ai quali devo senza dubbio la pianificazione di almeno metà dell'itinerario, soprattutto al centro-sud della Norvegia; sia prima di partire che che strada facendo non mi hanno mai fatto mancare le loro dritte, e mi hanno sempre consigliato le più belle strade da percorrere e i più suggestivi luoghi da visitare. Grazie.
  • ai miei familiari a casa, col patema d'animo, sapendomi per 25 giorni in giro in moto da solo, lontanissimo da casa. Grazie per la pazienza.
  • ai 52 "mi piace" alla mia foto a Capo Nord, mai successo niente di simile sulla mia bacheca. Grazie.
  • al mio nipotino che mi ha riconosciuto subito appena mi ha rivisto. Ciao piccolino!
  • a tutti, davvero tutti quelli che mi hanno scritto, commentato, incitato, elogiato e sostenuto in questa avventura, e anche a quelli che hanno solo assistito senza dire nulla, gli oltre 100 accessi giornalieri al mio piccolo blog, all'epoca appena nato, credetemi, mi hanno sempre dato una grande carica.
Grazie di cuore, veramente, a tutti!
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