Sabato 21 dicembre 2013

Vigevano - Genova (I)

Questa nuova avventura comincia con una tappa facile facile. Nonostante le temperature rigide si tratta di tenere duro per 150 chilometri, quanto basta per arrivare al porto di Genova.

Me la prendo con calma, aspetto le ore più calde della giornata e parto nel mezzogiorno, poco traffico in autostrada, vado cauto con la pioggia sulle curve del tratto appenninico e sono nel capoluogo ligure nel primo pomeriggio.

Ben presto si forma il gruppo e verso sera ci imbarchiamo.

Ho una cabina tutta per me, con l'oblò sul mare. Non mi resta che godermi il riposo della navigazione.

Domenica 22 dicembre 2013

Navigazione

La notte è trascorsa molto tranquillamente. Il mare è calmo, mi son fatto una bella dormita e la vita in navigazione è caratterizzata rirmi molto pacati. Sono solo un po' preoccupato per la mia schiena: ho da qualche giorno un dolore lombare che non passa, e se considero le ore che dovrò stare in moto nei prossimi giorni non riesco a star tranquillo. Speriamo si risolva.

A mezzogiorno siamo arrivati al porto di Barcellona, dal quale alle 16 circa la GNV Excellent è ripartita alla volta di Tangeri.

Ieri sera prima di cena abbiamo fatto un piccolo briefing di presentazione e ci è stata data alcuna anticipazione sul viaggio che affronteremo, in particolare sulle frontiere che dovremo attraversare. Mi sa che ne vedremo delle belle.

Lunedì 23 dicembre 2013

Tangeri (MA)

Dopo due giorni di navigazione siamo in Africa.

Sbarcati al porto di Tangeri, in Marocco, abbiamo subito intrapreso la trafila delle formalità doganali, a dire il vero più semplici del previsto, c'è solamente da abituarsi ai ritmi locali e realizzare che l'assembramento di mezzi provenienti dallo sbarco da un traghetto genera sempre un pochino di confusione.

 

Usciti dal porto troviamo ben presto un ristorantino sulla strada dove per poco meno di 5 euro plachiamo la fame mangiando dell'ottima carne alla griglia.

Dopo cena percorriamo al buio i 40 chilometri che ci separano dalla città, è un saliscendi tra le colline, e le molte curve costringono il mezzo di appoggio ad una velocità ridotta. Mirco, il nostro tour leader, mi fa così cenno di passare e mi ritrovo in testa al gruppo. Posso così subito testare la precisione e l'affidabilità della cartografia per il GPS che son riuscito a procurarmi all'ultimo momento prima della partenza facendo un figurone: senza chiedere nulla a nessuno, e senza essere mai stato in Marocco, accompagno tutti esattamente davanti all'albergo.

Dio-Patria-Re: il benvenuto al porto di Tangeri, appena oltre le Colonne d'Ercole
Dio-Patria-Re: il benvenuto al porto di Tangeri, appena oltre le Colonne d'Ercole

Martedì 24 dicembre 2013

Tangeri - Casablanca (MA)

Questa mattina mi sono svegliato di buonora ed insieme ad altri quattro ragazzi del gruppo sono andato a fare un giro per la Kasbah di Tangeri. Appena scesi dal taxi incontriamo Sofian, una delle tante guide turistiche improvvisate che si offre di farci strada per i viottoli suggerendoci i punti di maggior interesse.

E' sempre suggestivo visitare questi centri storici decisamente insoliti, la vita scorre in maniera completamente differente dalla nostra ed è curioso assistere a gesti per noi inconsueti come l'approvvigionamento dell'acqua o la cottura del pane nei forni comuni a bordo strada.

 

E' cominciata la discesa verso sud: a metà mattina siamo zompati in moto per affrontare il primo trasferimento, tutto autostradale, terminato nel centro di Casablanca nel quale, non solo dobbiamo fare i conti con un traffico infernale, ma siamo rimasti bloccati per almeno una mezzoretta prima di raggiungere la sistemazione prevista a causa di un piccolo guasto elettrico ad una delle moto.

Mercoledì 25 dicembre 2013

Casablanca - Essaouira (MA)

Mentre quasi tutti oggi erano con le gambe sotto il tavolo a mangiare il cappone, a bere vino a fiumi e ad affettare il pandoro o il panettone, io ed i membri del mio gruppo di matti ci siamo sparati quasi 400 km sulla strada litoranea che da Casablanca porta ad Essaoiura.

Il vento l'elemento che ha caratterizzato la giornata: non molto forte ma fastidioso perché a raffiche, ha creato un mix di aria, sabbia e salsedine che non dico ci abbia messi a dura prova, ma sicuramente ci ha ricordato che nel continente nero queste cose sono all'ordine del giorno.
Alla nostra destra abbiamo avuto modo di ammirare per tutto il percorso lo spettacolo delle onde dell'Oceano Atlantico, spumeggianti come non mai.
 
Viaggiare su strade secondarie in Africa è stupendo, attraversi villaggi dove la vita si svolge in maniera molto semplice, essenziale, dove l'agricoltura la si fa ancora a dorso di mulo, dove i bambini fanno la strada a piedi da soli per tornare a casa da scuola e al passaggio delle moto la gente saluta, entusiasta.
Abbiamo pranzato in un piccolo villaggio di questi, al nostro arrivo almeno una decina di persone si è occupata di noi, dal posteggio delle moto al cibo, tutto pesce e senza forchette, usando ciò che più di naturale abbiamo: le mani. Arretrato? Mah... secondo me fantastico!
 
Questo Marocco si sta rivelando un paese fantastico, per noi la meta è Dakar e quindi siamo solo di passaggio ma sicuramente merita un approfondimento. La gente è meravigliosa, poco invadente, tanti parlano italiano e vengono apposta a salutare e a chiedere la nostra provenienza e quale sia la nostra destinazione. In città poi è quasi come da noi, strutture moderne, all'avanguardia, i ragazzi si divertono e anche le giovani donne non portano il velo in testa e vestono all'occidentale... c'è aria di sviluppo e di un riscatto sociale che meritano.
 
Per me è stato un Natale insolito, ma credetemi: va benissimo così!

Giovedì 26 dicembre 2013

Essaouira - Tiznit (MA)

Moto alleggerite stamattina, con via i bagagli anche un bisonte come il boxerone è più maneggevole e pronto per la prima tappa in sterrato. Due deviazioni, abbastanza facili a dire il vero: un primo tratto un po' sballottante con un po' di pietra smossa, li per li mi sembra di avvertire alcune vibrazioni strane sotto le pedane dove appoggio i piedi, tuttavia il feeling con la moto mi sembra essere il solito e mi diverto, e poi una seconda parte fatta da una bellissima strada bianca a picco sull'oceano, larga, veloce, guidando in piedi mi spingo fino ad oltre cento all'ora... una vera goduria aprire sull'acceleratore e godersi la guida in offroad.
 
Una regola vale un po' in tutto il mondo: meno gente c'è in giro e più son belli i posti. Certo le città offrono molto, ma la genuinità dei luoghi poco frequentati è magica. Pensate qua in Marocco.
Oggi in giro per sterrati le stradine erano davvero secondarie, defilate, e l'attraversamento delle piccole frazioni si trasformava in una vera e propria festa, i bambini non si limitavano a salutare le dodici moto impolverate e rumorose, ma vedevi nei loro occhi una gioia immensa quando allungando le loro manine verso di noi riuscivano a strapparci un "cinque" al volo.
 
La moto, il gas, ma anche tanto tanto cuore... è l'Africa.

Venerdì 27 dicembre 2013

Tiznit - Tan Tan (MA)

Il parco giochi ha ufficialmente aperto questa mattina. In una bellissima baia sull'oceano i più bravi del gruppo si sono cimentati con le moto sul bagnasciuga. Emozionante anche la visita alla spiaggia di Egzira, nota per le sue zampe di elefante,  due promontori che formano due rispettivi archi naturali veramente suggestivi.
E che dire del ristorante di oggi a pranzo? E' stato dei più belli: pane, salame, formaggio e piadina in riva al mare, naturalmente con dell'ottimo caffè italiano.
Nel pomeriggio, questa volta a moto carica, un'altra bellissima pista sterrata, un bellissimo fuori programma che ci porta fino al Fort Bou Jerif, una antica fortificazione francese abbandonata in mezzo al deserto, un luogo decisamente fuori dal comune che ci consente anche di lasciarci andare ad andirivieni in derapata nei suoi dintorni, di normalità nel gruppo se ne respira ben poca: e fare i matti è quanto di meglio ci riesca!
 
In serata giungiamo a Tan Tan, la porta del Sahara Occidentale, quella regione a sud del Marocco di cui non parla nessuno ma di fatto occupata e caratterizzata da forti tensioni e rivendicazioni di indipendenza. Si fanno infatti frequenti i controlli di polizia, prima di entrare in città siamo stati bloccati due volte in venti chilometri, con tanto di controllo dei passaporti.
 
Da qua in poi il panorama, il territorio, ma anche la situazione politica saranno sicuramente degli elementi fuori dall'ordinario...

Sabato 28 dicembre 2013

Tan Tan - Laayoune (MA)

Come previsto le cose cambiano andando verso sud. Nella tappa di oggi in circa 300 chilometri ben 6 controlli da parte delle autorità marocchine, sempre gentili ed educate, ma esigono tenerci d'occhio. Fanno semplicemente il loro lavoro in una zona d'Africa decisamente difficile.
Questa sera a Laayoune dormiamo in compagnia degli ispettori dell'ONU, fuori dall'albergo infatti ci sono parcheggiati anche tre mezzi bianchi con la scritta "UN". Il monitoraggio delle Nazioni Unite fa capire quanto delicata sia la situazione in questi territori per lo più desertici.
 
Noi in ogni caso ci divertiamo, la sabbia comincia a lambire alcuni tratti di asfalto, compaiono le prime dune e dove è possibile ci buttiamo in tratti di fuoristrada nei pressi delle scogliere a picco sull'oceano. Sempre divertente darci del gas!

Domenica 29 dicembre 2013

Laayoune - Dakla (MA)

Oggi grande tappa di trasferimento: 550 chilometri, e anche abbastanza monotoni a dire il vero. Il nastro d'asfalto correva in mezzo al deserto e ben poco poteva distrarci. E' incredibile come fino in fondo al Sahara Occidentale il governo marocchino tenda a non abbandonare l'occupazione di questo territorio, anzi, elettrodotti e parchi eolici spiccano quali recenti investimenti pubblici e si tenta di modernizzare persino i vecchi villaggi sulla costa costruendo case e strutture atte alla vendita del pescato. Oggi abbiamo pranzato al sacco nei pressi di uno di questi, snobbato per altro dai pescatori che continuano a preferire le loro baracche sulla spiaggia.

 

L'arrivo a Dakhla è stato davvero bello. La penisola sabbiosa in preda al vento ci ha fatto ammirare un deserto polveroso ma solo a pochi centimetri da terra, lasciando ai numerosi surfisti l'emozione di divertirsi tra l'azzurro del cielo e delle onde del mare.

Lunedì 30 dicembre 2013

Dakhla (MA) - Nouadhibou (RIM)

Anche stamane, come ormai di consuetudine, si parte di buonora. Dopo un'oretta di viaggio siamo arrivati al Tropico del Cancro, che effettivamente da una certa emozione, e poi, verso l'ora di pranzo, al confine. Come previsto il tempo per espletare le formalità doganali non è stato certo dei più celeri: entrati alla dogana marocchina alle 13.30 abbiamo avuto via libera all'ingresso in Mauritania sei ore dopo!
Siamo entrati in città col buio in un traffico infernale, uno smog pazzesco, tra suonate di clacson e auto senza targa abbiamo raggiunto l'hotel facendo un improbabile zigzag che ben poco può essere compatibile col nostro codice della strada.
 
Questa Africa si sta rivelando più impegnativa di quanto sembra: una delle moto è momentaneamente KO e viaggia sul mezzo di assistenza da due giorni, proveremo a farla ripartire domani, io invece ho perso qualche giorno fa il paraspruzzi posteriore causa la rottura di uno dei supporti, vabbè l'ho tolto, tanto non serve, lo spoilerino sopra il cupolino è crepato e sta per rompersi, temevo di non riuscire a farlo durare fino a destinazione, lo toglierò tanto non è indispensabile, e, per completare il quadro, le mie sensazioni dell'altra mattina, al primo sterrato subito dopo Essaouira, avevano un fondamento: ho l'ammortizzatore posteriore KO, cosa che se sull'asfalto può anche andare,  in fuoristrada nel deserto non è il massimo...
Nonostante tutto sono ancora in sella e mancano mille chilometri a Dakar.

Martedì 31 dicembre 2013

Nouadhibou - Nouakchott (RIM)

Giornata decisamente impegnativa oggi: più di 500 chilometri nel deserto mauritano, con vento se sabbia di traverso per gran parte del percorso. Un luogo desolato, villaggi primordiali, carcasse di auto e di animali qua e la fuori dalla strada. Uno spettacolo decisamente fuori dal comune.
Approdiamo a Nouakchott, la capitale, nella quale vagano capre, dromedari, c'è sabbia e immondizia ovunque, un inquinamento incredibile ed un traffico sconclusionato mai visto.
 
E' l'ultimo dell'anno, usciamo a cena nel più bel ristorante della città dove mangiamo all'inverosimile, buonissimo, tutto a base di pesce, per pochi soldi. Il brindisi lo facciamo clandestinamente con panettone e spumante nel parcheggio dell'albergo (non servono alcolici nei paesi islamici), e pochi minuti dopo la mezzanotte andiamo a letto stremati.
 

Mercoledì 1 gennaio 2014

Nouakchott (RIM) - St. Louis (SN)

Il primo giorno del 2014 abbiamo percorso gli ultimi chilometri di Mauritania in fuoristrada, nonostante la fatica che le condizioni via via sempre peggiori della mia moto mi costringono a fare, la pista sterrata nel parco nazionale di Diawling passa lungo il fiume Senegal e regala panorami bellissimi, aumenta la vegetazione e compaiono animali quali facoceri e pellicani.
La dogana di Daima è un valico secondario, è il primo giorno dell’anno e non c’è nessuno, le pratiche doganali vengono sbrigate in tempi relativamente brevi, solo poco più di tre ore, che passano in fretta anche perché l'attesa viene animata da Balla, un singolare venditore di souvenir senegalesi e da una decina di bambini bellissimi che chiedono “cadeau”.
Arriviamo in serata a St. Louis, la vecchia capitale del Senegal, l’ingresso in città lo facciamo attraverso una zona di mercato, piena di gente. Procediamo a passo d’uomo tra il traffico e subito notiamo la differenza rispetto alle due città mauritane appena visitate, da poco più di discariche a cielo aperto passando in Senegal si nota ordine, razionalità, abbondanza in merci, acqua, cibo e prodotti locali.

Giovedì 2 gennaio 2014

St. Louis - Dakar (SN)

Visitiamo St. Louis nella prima mattinata, abbiamo tempo fino alle 10 e di buonora siamo già a piedi per le vie di questa bellissima città ad ammirarne gli usi ed i costumi: la popolazione senegalese è meravigliosa, nella loro semplicità mostrano una bellezza ed una dignità formidabili.
 
Più tardi partiamo alla volta della nostra meta, ormai molto vicina. I primi 180 km sono di asfalto, pranziamo in un posticino carino ad una stazione di servizio. Dopo pranzo il sole è cocente, si sfiorano i 38 gradi. Imbocchiamo la pista sterrata, l’ultima del viaggio, c’è più sabbia del previsto il che necessita una velocità minima superiore per fare galleggiare la moto, ma con l’ammortizzatore posteriore scoppiato non è cosa semplice, prendo due sobbalzate che mi fanno staccare i piedi dalle pedane di almeno 20 cm, fortunatamente non perdo la posizione e col minimo di gas necessario ne vengo fuori e raggiungo il Lago Rosa di Dakar.
 
Anche questa avventura, nonostante qualche piccola difficoltà imprevista, me la porto a casa completata per intero, e mi resterà nel cuore per sempre.

Venerdì 3 gennaio 2014

Ile de Gorée (Dakar)

Dopo undici giorni e quattromila chilometri di moto ci voleva una giornata di relax totale in abiti comodi.
Quindi stamattina, dopo aver dormito un po' di più del solito, senza puntare nessuna sveglia, mi son fatto una bella colazione in riva al mare, all'ombra delle palme, l'aria è fresca di buonora ed è stato molto piacevole fare quattro passi sulla spiaggia in compagnia di una gru coronata che si aggirava con circospezione tra la vegetazione.
 
Sul tardi, io ed una parte del gruppo, facciamo visita all'isola di Gorée.
Distante una ventina di minuti di battello è un luogo patrimonio dell'UNESCO, da li partivano le navi che in antichità, ma nemmeno così remota, portavano gli schiavi in america.
Oggi è invece una bellissima località sul mare. Ci divertiamo a chiacchierare con questa gente meravigliosa, che oltre a contrattare all'infinito per venderti i loro prodotti di artigianato è capace di trasmetterti solo cose belle, una positività ed un modo di prendere la vita eccezionale, senza avere niente, vivendo nella semplicità, a volte imbarazzante per noi europei che abbiamo tutto il superfluo... è bello, ci siamo divertiti da matti, ma poi tra me e me, per carattere, rimango a riflettere, son fatto così, e più di una volta, soprattutto quando penso a certe espressioni a certi frangenti, non nascondo che mi è venuto il magone.
Che sia già una sorta di mal d'Africa?

Sabato 4 gennaio 2014

Dakar

Oggi abbiamo trascorso gran parte della giornata al porto di Dakar. Caricati i mezzi dentro un container da 40 piedi, il contenitore è stato poi sigillato dall'ispettore della dogana. E' pronto per l'imbarco, verrà caricato su una nave mercantile e recupererò tra qualche tempo la mia moto, bisognosa di cure, al porto di Genova, dove questa avventura iniziò.
 
Che dire... è stata un'esperienza grandiosa. Un bel viaggio, fatto di tanta moto, di tratti in fuoristrada, di divertimento e di contatto con realtà decisamente diverse dalla nostra, e quando si parla di Africa non possono che rimanerti dentro bei ricordi e, probabilmente, qualche prospettiva cambierà automaticamente...
 
Domani si rientra in aeroplano.
Au revoir Afrique.
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